SODALIZI TEMPORANEI
Nel corso della Milano Design Week 2025, Imperfettolab, celebra il primo anniversario del suo spazio espositivo situato sul Naviglio Grande: Imperfettogallery. Per l’occasione, propone una nuova programmazione dei suoi Sodalizi Temporanei, collaborazioni artistiche che combinano discipline e connettono linguaggi diversi tra loro. L’area espositiva del piano terra ospita i Sodalizi Temporanei in galleria.
Qui, Imperfettogallery invita Henzel Studio a partecipare ad un dialogo tra i tappeti monumentali di Calle Henzel e le imponenti opere scultoree di Verter ed Erich Turroni, creando un ambiente denso di sinergia non convenzionale.
Erich Turroni
Cesena, IT, 1976
II corpo e l’identità sono alla base della ricerca artistica di Erich Turroni. I suoi dipinti sono radiografie dell’essere, quasi a voler cogliere l’essenza dell’individuo, il suo interno, la sua fisiologia, l’inconscio.
“Nella pittura mi piace la possibilità di poter lavorare con trasparenze e per sovrapposizioni, creando immagini rarefatte e enigmatiche. Ciò che mi interessa è il segno che manca, il vuoto che sta dentro e attorno.” (Erich Turroni)
Verter Turroni
Cesena IT, 1965
Verter Turroni ci mette davanti a pezzi di un mondo senza orizzonte. Scarti che sono l’immagine rotta di ciò che era intero. Schegge di vetro esplosi. Fili di tessuto ormai sfilacciato. Sezioni di una totalità infranta. Tessere di un puzzle che non è più possibile ricomporre. Frammenti che attestano la fine di un universo, ma, insieme, rendono incombenti attimi di quello stesso universo, esibendo una grandezza mutilata. Turroni con i suoi assemblaggi e con le sue installazioni si situa in una posizione laterale rispetto alla realtà, per soffermarsi, prevalentemente, su indizi minimi. Ruba le tessere di un mosaico deflagrato. Apre crepe, per intravedere i contorni del vero, raccogliendo schegge private e memorie dissepolte. Rivela equilibri precari. Piuttosto che delineare grandi affreschi mette a fuoco alcuni fotogrammi, nasconde ogni riferimento, fino a raggiungere esiti addirittura astratti. Secondo un’idea di Benjamin compie una disinvolta rigenerazione. Nella partitura dell’opera, reintegra le rovine, le riscrive, le riscatta.